PROFILASSI PARASSITARIE
Le domande più frequenti
I parassiti dei nostri animali sono tantissimi e di varia natura: possiamo avere i vermi intestinali, le infezioni protozoarie (toxoplasma, giardia, ecc.), gli ectoparassiti (pulci, zecche, pidocchi, acari, ecc.) o altri parassiti interni come la filaria, i vermi polmonari, le larve di mosca, i vermi oculari, ecc.: qui non possiamo descriverli tutti, tratteremo solo quelli più comuni.
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I parassiti sono moltissimi e qui tratteremo solo i più comuni che riguardano il cane, il gatto e il coniglio.
I parassiti li possiamo dividere in:
- vermi intestinali
- vermi extra-intestinali
- protozoi
Vermi intestinali
I vermi intestinali sono dei parassiti localizzati all’interno dell’apparato gastro-intestinale e possiamo dividerli in:
- vermi tondi, o nematodi, come ascaridi (cane e gatto), ancylostomi (cane e raramente gatto), strongyli (cane e raramente gatto), trichuridi (cane) o ossiuridi (coniglio e uomo);
- vermi piatti, o cestodi, come le varie tenie (cane e gatto), l’Echinococcus granulosus (cane e uomo) e l’Echinococcus multilocularis (cane e raramente gatto);
Vermi extra-intestinali
I vermi extra-intestinali possono avere una localizzazione varia e i più comuni sono la filariosi cardiopolmonare (cane e raramente gatto) con localizzazione nel ventricolo destro e nell’arteria polmonare, la angiostrongylosi (cane) con localizzazione nel ventricolo destro, nell’arteria polmonare e nell’albero bronchiale/tracheale, la Capillaria spp. (cane e gatto) con localizzazione nell’albero bronchiale/tracheale e polmonare e la Dirofilaria repens (cane e raramente gatto, molto rara in Italia conosciuta nell’uomo come larva migrans) con localizzazione tissutale.
Protozoi
I protozoi sono parassiti monocellulari, cioè formati da una sola cellula, non visibili ad occhio nudo ma solo ad un esame microscopico. I più frequenti nei nostri animali sono i coccidi (Isospora spp. presenti nel cane, gatto, uomo e coniglio), la giardia (cane, gatto e raramente uomo), la Neospora caninum (cane) e il toxoplasma (gatto e uomo).
A volte può capitare di osservare dei vermi all’interno delle feci o del vomito del nostro cane o gatto. La prima cosa da fare è raccogliere un campione di materiale con i parassiti, metterlo in un contenitore chiuso, come quelli per l’esame delle feci che si comprano in farmacia, e portarlo dal proprio Veterinario per farlo analizzare in modo che venga prescritta la terapia per il tipo di parassita riscontrato. Attenzione! Mai maneggiare il materiale direttamente a mani nude ma utilizzare dei materiali, strumenti o dispositivi di protezione da eliminare subito dopo la raccolta.
Se, come descritto nella precedente domanda, trovo dei parassiti nelle feci o nel vomito, l’ho portato ad analizzare e il risultato è negativo, può non essere un errore del Laboratorio! L’esame coprologico ha lo scopo di individuare le uova del parassita al microscopio. I parassiti, però, non producono uova 24/7 quindi può capitare di raccogliere il campione nel momento in cui il parassita adulto è presente ma le uova no, quindi al microscopio non si vedono e, pertanto, il risultato è negativo: per questo è consigliato eseguire un esame feci su campioni raccolti tutti i giorni per 3-5 giorni consecutivi così da ridurre sensibilmente i falsi negativi.
I parassiti esterni del cane, gatto e coniglio sono moltissimi e qui tratteremo solo quelli più comuni. Essi, oltre ad avere un effetto patogeno diretto dovuto al loro morso, alle lesioni da grattamento, ecc., sono spesso anche vettori di molte malattie importanti per i nostri animali.
I parassiti più comuni sono le pulci, che possono causare la DAP (dermatite allergica da pulci, anche nell’uomo) ed essere vettori di bartonella, di rickettsia e di una specie particolare di tenia, i pidocchi masticatori e succhiatori, che creano irritazione locale e possono essere vettori di una specie particolare di tenia, i flebotomi (o pappataci) che sono i vettori della leishmaniosi, le zanzare che sono portatrici della filariosi, le mosche, responsabili della miasi, i ditteri, che causano la thelaziosi (vermi oculari), le zecche, che portano molte malattie come la babebiosi, l’ehrlichiosi, l’anaplasmosi, la rickettsiosi, la malattia di Lyme, ecc. e tutta la famiglia degli acari, come quelli delle orecchie, del pelo, della rogna demodettica (detta anche rogna rossa), della rogna sarcoptica, della rogna notoedrica, ecc.
La lotta ai parassiti dipende dal tipo di parassita, dall’ambiente, dal numero di animali che vivono insieme, dalla stagione e da molti altri fattori. In linea generale, la prevenzione viene effettuata attraverso l’uso di prodotti atti a prevenire e contrastare lo sviluppo dei parassiti, come nel caso delle pulci, zecche, flebotomi, zanzare, ecc., farmaci per la terapia parassitaria, come nel caso delle rogne, acari, ecc. o vaccini, come nel caso della leishmania, della babesia, della malattia di Lyme, ecc.
Inoltre, cosa fondamentale in tutti gli ambienti, è necessario associare alla profilassi o terapia sull’animale anche una profonda pulizia degli ambienti di vita degli animali poiché i parassiti possono completare il loro ciclo anche in ambienti protetti, soprattutto nelle stagioni fredde.
Alcuni dei parassiti interni ed esterni del cane, del gatto e del coniglio possono essere trasmessi all’uomo, vediamo brevemente quali sono e come evitare il contagio.
Una malattia trasmissibile all’uomo, tristemente “famosa” e spesso fraintesa soprattutto per poca conoscenza del suo ciclo vitale nel gatto, è la toxoplasmosi: per dettagli, vedasi domanda successiva.
Le pulci e le zecche possono nutrirsi, soprattutto quando l’infestazione ambientale è alta, morsicando l’uomo. Gli acari della rogna possono essere trasmessi all’uomo per contatto anche se, in persone immunocompetenti, raramente si manifestano clinicamente. La giardia, seppur la variante del cane e del gatto è diversa da quella dell’uomo, può occasionalmente essere trasmessa all’uomo attraverso l’ingestione di feci infette. In ultimo, l’uomo può contrarre alcune delle malattie trasmesse da vettori anche se non direttamente dal proprio animale: esempi possono essere la leishmania, la malattia di Lyme, ecc.
Da quanto scritto precedentemente, si richiama alla base fondamentale per la prevenzione di tutte le malattie: l’igiene degli ambienti. Una profonda pulizia di tutti gli ambienti dove il cane e il gatto normalmente vivono e l’igiene personale sono una delle forme di prevenzione più efficaci che il proprietario possa adottare.
Questa malattia, spesso asintomatica in donne e uomini adulti e immunocompetenti, potrebbe causare problematiche mediche anche gravi nel caso fosse contratta da una donna in stato di gravidanza o da una persona fortemente immunocompromessa. Spieghiamo sinteticamente ma scientificamente come avviene il ciclo del parassita, la sua trasmissione e la probabilità di contagio della persona.
Il gatto si può infestare con Toxoplasma mangiando roditori infetti, uccelli infetti o carne cruda infetta: già da questa prima informazione si può dedurre come un animale che vive sempre in casa e che non viene alimentato con carne cruda abbia una probabilità quasi nulla di contrarre questo parassita. Successivamente all’ingestione delle cisti, dopo un tempo variabile compreso tra 3 e 36 giorni, il gatto emette le oocisti infettanti attraverso le feci per circa 20 giorni. Dopo tale periodo, anche in caso di re-infestazione, è molto raro che il gatto possa emettere nuovamente oocisti infettanti nell’ambiente: di conseguenza, un gatto positivo emette le oocisti infettanti per circa 20 giorni nell’arco della sua intera vita. Nell’uomo l’infestazione avviene, come per il gatto, per ingestione delle cisti. Per prendere la toxoplasmosi dal gatto la persone dovrebbe toccare le feci di un soggetto positivo alla toxoplasmosi negli unici 20 giorni della sua vita in cui emette le oocisti e mettersi poi le mani sporche in bocca: evento più unico che raro. Statisticamente è molto più probabile che una persona si possa infestare attraverso la manipolazione e l’ingestione di alimenti, carne e verdure, crudi e non lavati infestate dalle cisti.
Da quanto appena esposto, si capisce come i proclami che spesso si sentono da varie fonti siano assolutamente falsi e fuori luogo. “Devi eliminare il gatto” o “il gatto è la causa principale della toxoplasmosi” sono frasi che non hanno nessuna base scientifica. Evitare che la donna “in dolce attesa” pulisca le feci del gatto, eliminarle il prima possibile e mantenere una elevata igiene personale, degli ambienti e degli alimenti sono le migliori prevenzioni che una donna può fare.
La filariosi cardiopolmonare è una malattia parassitaria del cane e del gatto anche se tutti i carnivori e l’uomo, seppur raramente, possono essere infettati. Essa è causata da Dirofilaria immitis, nematode che si localizza nel ventricolo destro e nell’arteria polmonare. Le larve del parassita, chiamate microfilarie, vengono trasmesse attraverso il morso di una zanzara (culicidae) che, a sua volta, può prenderla con il pasto di sangue effettuato su un animale positivo. Le larve, immesse dal vettore con il morso, migrano attraverso la cute, sottocute e altri tessuti portandosi nella parte destra del cuore dove si fermano e diventano adulte. I vermi adulti possono essere lunghi anche 30 cm! Nelle zone endemiche, soprattutto le regioni del centro-nord, è consigliato fare un test ogni 1-3 anni per verificare che la prevenzione sia stata efficace: in caso di positività, il Veterinario curante attuerà le procedure diagnostiche e terapeutiche più corrette per la salute del cane o gatto colpito.
La prevenzione può avvenire attraverso molti prodotti e accorgimenti. Considerato che il periodo di massima attività della zanzara nel periodo estivo inizia intorno alle 17.00 e dura fino a sera, il primo consiglio è di evitare di portare i nostri animali in zone particolarmente infestate di zanzare in quegli orari. Oltre a ciò, esistono moltissimi prodotti per la sua prevenzione e cura sia topici, come gli “spot-on” cioè le fiale che che si mettono in mezzo alle scapole e che possono anche fungere da prevenzione contro le zecche, pulci e altri parassiti interni ed esterni, che sistemici, come le pillole o le compresse che si danno periodicamente per bocca e che fungono da profilassi e/o terapia. Esistono anche iniezioni con durata annuale.
I cani si ammalano di filariosi cardiopolmonare molto più frequentemente del gatto e il rapporto è di circa 10 a 1; in generale, non è una malattia che presenta una mortalità elevata. Se il tuo cane o gatto è stato trovato positivo al test per la filariosi cardiopolmonare è consigliato eseguire una radiografia toracica e una ecocardiografia per valutare l’apparato respiratorio e la presenza dei parassiti all’interno del cuore e dell’arteria polmonare. I protocolli terapeutici per questa malattia sono diversi e ogni Medico Veterinario seguirà il protocollo che meglio conosce per aumentare il successo terapeutico. In linea generale, il protocollo terapeutico prevede una terapia di 21 giorni con doxiciclina per eliminare il Wolbachi, batterio presente molto spesso all’interno delle microfilarie e, successivamente, altri farmaci che uccidono lentamente – infatti alcuni protocolli durano anche 1-2 anni – i parassiti adulti presenti all’interno del torrente circolatorio. Il motivo di questa “lentezza” terapeutica è semplice: se uno o più parassiti presenti all’interno del sistema circolatorio dovesse morire velocemente ed entrasse nel flusso sanguigno, arriverebbe ad un certo punto in cui il vaso è più stretto del suo diametro e creerebbe un “tappo”, il cosiddetto infarto, dell’organo dove si ostruisce il flusso (infarto epatico, infarto renale, infarto polmonare, ecc.) con evidenti problematiche successive.