Sterilizzare o non sterilizzare? Castrare o non castrare?
Tutti ne conoscono i vantaggi: ma gli svantaggi? Quali sono? E se farla, qual è il momento migliore? Diamo una risposta scientifica a questa comune procedura.
La sterilizzazione delle femminucce e la castrazione dei maschietti, soprattutto gatti, è una chirurgia entrata nella routine veterinaria. Tutti ne conoscono gli innegabili vantaggi, ma gli svantaggi? Ce ne sono? E se si, quali sono? E quando è il momento migliore per effettuare la chirurgia? E’ dolorosa? E’ meglio farle fare prima una cucciolata? Cerchiamo di dare una risposta esaustiva e scientifica a tutte queste domande.
La sterilizzazione e la castrazione: cosa sono e come si fanno?
La sterilizzazione e la castrazione sono delle procedure chirurgiche atte a rimuovere gli organi genitali femminili e maschili rispettivamente. Mentre la castrazione del maschio, effettuata di routine soprattutto nel gatto, è una procedura molto standardizzata con poche variazioni, quella della femmina può essere effettuata in più modi sia come tipo che come tecnica chirurgica.
Una prima differenza si ha tra l’ovariectomia e l’ovarioisterectomia: la prima si riferisce all’asportazione delle ovaie mentre la seconda delle ovaie e dell’utero. Il tipo di intervento viene scelto dal chirurgo sia sulla base della storia clinica della cagnetta (età, parti precedenti, patologie, ecc.) sia sulla base del riscontro visivo durante la chirurgia: può capitare che una femmina giovane, che non ha avuto parti e che stia bene abbia un utero “brutto” e quindi da togliere.
La seconda differenza riguarda la tecnica chirurgica utilizzata e qui si rende necessario un disclaimer: la tecnica migliore è quella in cui il chirurgo ha maggiore esperienza! Sempre! Non esiste una tecnica “migliore” in senso assoluto, esiste il chirurgo che usa la tecnica con cui ha i maggiori successi operatori. Espresso questo fondamentale concetto, vediamo ora quali sono le tecniche più utilizzate con i loro vantaggi e svantaggi.
Celiotomia mediana: questa è la tecnica usata dalla maggior parte dei chirurghi. Consiste nell’effettuare una incisione, che parte dall’ombelico, sulla linea mediana: la lunghezza del taglio è variabile a seconda che si debba eseguire una ovariectomia o una ovarioisterectomia con o senza patologia. Tra i principali vantaggi di questa tecnica abbiamo la maggior velocità di esecuzione, una visuale tridimensionale, una sensibilità tattile del chirurgo e l’addome già preparato in caso di complicazioni. Gli svantaggi sono un taglio più invasivo con la conseguente sutura a 3 strati (muscolo, sottocute e cute), più fastidio post-operatorio, possibilità di ernia nel caso in cui la gestione post-chirurgica non sia ottimale.
Accesso sul fianco: utilizzata soprattutto nelle gatte, viene effettuata come la tecnica precedente con l’unica differenza che l’accesso all’addome è sul fianco, solitamente destro, invece che sulla pancia. Questa tecnica presenta il vantaggio di evitare il tessuto mammario – utile in caso di iperplasie, tumori, allattamenti, ecc. – e di diminuire i rischi di ernia/eviscerazione soprattutto nei gatti randagi che vengono liberati poche ore dopo la chirurgia. Lo svantaggio principale è la maggior difficoltà a reperire le ovaie, soprattutto quella più lontana poiché “sopra” ha tutta la matassa intestinale, una visualizzazione dell’addome più limitata e, di conseguenza, dei tempi di esecuzione che potrebbero essere più lunghi.
Laparoscopia: consiste nell’eseguire la chirurgia senza “aprire tutta la pancia” ma effettuando da 1 a 3 piccole incisioni sull’addome per inserire gli strumenti laparoscopici. L’addome viene successivamente “gonfiato” con anidride carbonica per migliorare la visualizzazione e la chirurgia viene effettuata con strumenti appositi. I vantaggi principali di questa tecnica sono la minore invasività dell’accesso addominale, una riduzione del dolore post-operatorio – argomento questo dibattuto poiché alcuni lavori non confermano tale ipotesi – e una riduzione delle infezioni post-operatorie. Gli svantaggi sono un maggiore costo delle attrezzature che esita, solitamente, in un maggior costo della procedura per il cliente, una preparazione specialistica del chirurgo molto elevata, una maggiore durata della chirurgia e la perdita della tridimensionalità e tattilità.
Nella scelta della tecnica è molto importante la durata della chirurgia: infatti, molti articoli scientifici hanno osservato un suo rapporto direttamente proporzionale sia con l’insorgenza d’infezione che con le complicanze anestesiologiche.
Quali sono i pro e i contro della chirurgia?
Vediamo ora i vantaggi e gli svantaggi di queste procedure: quanto scritto successivamente si riferisce alla sterilizzazione se non indicato diversamente.
Il primo vantaggio, conosciuto oramai da quasi tutti i proprietari, è la prevenzione del tumore mammario: essendo una neoplasia fortemente associata agli ormoni, la sterilizzazione è un fattore di prevenzione molto importante. Un altro indubbio vantaggio è la prevenzione di tutte le patologie legate al calore e al ciclo ormonale: con la chirurgia possiamo evitare, per esempio, le endometriti, le cisti ovariche, la piometra (infezione purulenta dell’utero), la gravidanza isterica (montata lattea in assenza di gravidanza), i tumori ovarici e uterini e molte altre. Inoltre, abbiamo più controllo di tutti quei comportamenti che potrebbero esitare in problematiche sia per l’animale che per il proprietario: pensiamo, ad esempio, alle perdite di sangue in giro per casa, al cambiamento di comportamento, ai cani maschi che cercano l’accoppiamento e, a volte, alla gravidanza indesiderata.
Per il maschio, invece, dobbiamo fare una distinzione: nel gatto questa procedura è routinaria e previene le “pazzie” di quando sentono una gatta in calore, con le classiche “serenate” notturne che tengono sveglio il quartiere, le emissioni di liquidi molto odorosi, lo stress, l’inquietudine e, se il gatto esce, le ferite da lotte e il rischio d’investimento. Nel cane, invece, spesso la ragione è la speranza che risolva svariati e poco identificati “problemi comportamentali”. Spesso noi Veterinari ci sentiamo dire che “lo castro così si calma” oppure “mi monta continuamente le cose e le persone” o ancora “non è trattabile”. Mai considerare il cane come una macchina: non basta eliminare “i tenerini” per avere un cane di peluche! E’ molto variabile l’ottenimento “dell’effetto” desiderato con la sola chirurgia. Un vantaggio della castrazione è la prevenzione di alcune malattie prostatiche e testicolari come l’iperplasia prostatica benigna, le cisti e/o gli ascessi prostatici, le prostatiti, le neoplasie, ecc.
Un ultimo vantaggio, valido per entrambe i sessi ma più per le femmine e che è stato dimostrato da un recente studio pubblicato a giugno 2020 è l’allungamento della vita dell’animale. Ovviamente molto di questo aumento è dovuto all’intrinseco effetto di prevenzione di molte malattie già elencate.
Ma ci sono anche degli svantaggi nell’eseguire queste procedure. Il primo, valido per qualunque animale, è dovuto al rischio anestesiologico. Dobbiamo pensare che il/la nostro/a amico/a dovrà essere sottoposto ad anestesia ed essa presenta sempre dei rischi pur eseguendo tutte quelle procedure – esami del sangue, visita cardiologica, ecc. – essenziali per diminuire le probabilità di complicazioni; stesso dicasi per le procedure chirurgiche.
Un altro svantaggio, seppur con bassa incidenza, è dovuto all’incontinenza urinaria nella femmina: uno studio pubblicato a dicembre 2019 effettuato su 72.971 chirurgie di sterilizzazione ha osservato che in 492 casi (incidenza di rischio 0,68%) si sono avuti esiti di incontinenza ed essa è stata correlata positivamente con l’età e la taglia del soggetto. Un altro interessante osservazione di questo articolo è stata la correlazione positiva tra insorgenza di incontinenza urinaria e sterilizzazione effettuata prima dei 6 mesi di età. In riassunto, le cagnette sterilizzate tendono a sviluppare con più probabilità l’incontinenza urinaria in età avanzata, di media-grossa taglia e sterilizzate a 6 mesi o prima.
Recentemente sono stati pubblicati molti lavori che dimostrano come la sterilizzazione e la castrazione possano aumentare l’insorgenza di altri tipi di tumori e di malattie muscolo-scheletriche. Da osservare che, nella maggior parte di questi lavori, non vengono presi in considerazione altri fattori che possono influenzare tali risultati come la condizione nutrizionale, l’età e il tipo di vita dell’animale.
Qual è il momento migliore per effettuare la castrazione/sterilizzazione?
Nel gatto e nella gatta i lavori scientifici sono pochi e viene consigliata la chirurgia intorno ai 6 mesi di età. Nella cagnetta una review pubblicata ad agosto 2017 individua tra il primo e il secondo calore il giusto punto di equilibrio tra i rischi anestesiologici, chirurgici, di prevenzione del tumore mammario e dell’incontinenza urinaria.
Ma cambia il carattere del mio animale?
Come sempre accade in medicina, non ci sono certezze e la risposta è “ni”. Come scritto precedentemente, mai eseguire una chirurgia di questo tipo per cambiare un comportamento: questo cambiamento può capitare così come non avvenire.
Nel maschio si hanno le maggiori probabilità di cambiamento caratteriale. Non avendo più lo stimolo testosteronico viene meno una delle cause principali di comportamenti aggressivi (difesa territorio, lotta per la cagna in calore, aggressività con altri cani, ecc.). Stessa cosa per i gatti maschi.
Nella femmina questi cambiamenti sono, di solito, meno evidenti e molto spesso non si osserva nessuna alterazione comportamentale.
Ho sentito parlare della laparoscopia: conviene?
A differenza di quanto scritto fino ad ora, che è supportato da articoli ed evidenze scientifiche, quando espresso in questo paragrafo è opinione dell’Autore. Questa è una domanda che, ultimamente, mi viene rivolta spesso.
Come scritto precedentemente, è stata trovata correlazione positiva tra l’aumento dei rischi anestesiologici e di infezione e la durata della chirurgia. Pur nella convinzione che ogni chirurgo debba usare la tecnica che conosce meglio, a parità di esperienza alcuni articoli dimostrano come la chirurgia eseguita con celiotomia mediana (quella classica sulla pancia, per intenderci) presenta dei tempi di esecuzione e di durata totale dell’anestesia inferiori alla laparoscopia. Non ci sono nemmeno chiare evidenze scientifiche sulla riduzione del dolore post-operatorio mentre ci sono per la velocità di guarigione della ferita chirurgica.
In ultimo, la laparoscopia può avere dei limiti in caso di complicazioni in cui si renda necessario la laparotomia (apertura classica dell’addome): emorragie che non permettono la visuale attraverso la fibra ottica o il riscontro, occasionale, di cisti o masse di grosse dimensioni potrebbero esitare in laparotomie aumentato in maniera significativa i tempi e i rischi chirurgici.
Per finire…
Per terminare, l’Autore riporta la conclusione di una bella review pubblicata a dicembre 2019:
L’evidenza dell’effetto benefico della “desessualizzazione” è maggiore nelle femmine che nei maschi; in ogni caso, c’è una grossa differenza tra le razze e i sessi e sono necessari ulteriori studi per chiarire queste differenze e per individuare delle raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per questa pratica.
Se hai ancora dubbi, domande o curiosità, scrivici! Saremo lieti di risponderti.